Autoritratto al fotofinish
Si tratta di un procedimento in cui l'immagine è sottoposta a rilevamento da parte di uno scanner, con opportuni movimenti da parte dell'operatore, in maniera differente dalla tradizionale scansione "statica".
Il percorso avanzante della riga di luce dello scanner che rivela l'immagine si incontra con l'avanzare, in vari modi, dell'immagine stessa, determinando nuove figure ("nuovi autoritratti") in cui la stessa è allungata, sdoppiata, incrociata, ecc.
L'esplorazione luminosa quindi si incontra/scontra con la soggettività dell'operatore che prolunga, accorcia, trasforma l'esito di tale esplorazione.
Il procedimento è applicato anche qui all'immagine e non al soggetto reale, differentemente da quanto invece creato ad esempio da Paolo Gioli nei suoi "photofinish".
Il lavoro fa riferimento invece ai "xeroritratti" di Bruno Munari degli anni '90.
Da sinistra a destra e dall'alto in basso:
1. Avanti e indietro.
2. Sopra e sotto.
3. Avanzata arresto e ripartenza.
4. Diagonale.
5. Oscillazione.
6. Rotazione.
7. Autorotazione n. 1.
8. Autorotazione n. 2.
9. Finishmix.
Il percorso avanzante della riga di luce dello scanner che rivela l'immagine si incontra con l'avanzare, in vari modi, dell'immagine stessa, determinando nuove figure ("nuovi autoritratti") in cui la stessa è allungata, sdoppiata, incrociata, ecc.
L'esplorazione luminosa quindi si incontra/scontra con la soggettività dell'operatore che prolunga, accorcia, trasforma l'esito di tale esplorazione.
Il procedimento è applicato anche qui all'immagine e non al soggetto reale, differentemente da quanto invece creato ad esempio da Paolo Gioli nei suoi "photofinish".
Il lavoro fa riferimento invece ai "xeroritratti" di Bruno Munari degli anni '90.
Da sinistra a destra e dall'alto in basso:
1. Avanti e indietro.
2. Sopra e sotto.
3. Avanzata arresto e ripartenza.
4. Diagonale.
5. Oscillazione.
6. Rotazione.
7. Autorotazione n. 1.
8. Autorotazione n. 2.
9. Finishmix.
