In Architettura e Invisibilità si esplora l'architettura in alcuni aspetti non legati direttamente alla triade forma-funzione-struttura, attorno a cui ruotano generalmente le considerazioni teoriche e applicative su questa disciplina.
Si parla infatti di invisibilità come componenti non descrivibili o percepibili tradizionalmente, ma che sono comunque presenti e indissolubilmente legate all'"oggetto fisico" di legno, muratura, acciaio, calcestruzzo, e alla sua percezione attraverso i sensi.
L'invisibilità può definirsi quindi propria o impropria: il sonoro, l'olfattivo, il tattile è invisibilità propria: il trasparente, lo schermato, il camuffato, il mimetico è invisibilità impropria.
Per simmetria, anche il visibile può essere proprio e improprio: la visione cromatica, l'exovisione, la captazione, la cromatopsia, l'accomodamento, la visione mobile, la visione stereoscopica, la visione radarica sono categorie del visibile proprio. La visione onirica, l'immaginazione, l'allucinazione, la tele-visione, la dia-visione, la pre-visione, la visione virtuale, il teatro del mondano, sono categorie del visibile improprio.